Capriolo

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della Chiesa Prepositurale di S. Giorgio

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La parrocchiale di S. Giorgio a Capriolo, segnalata per la prima volta nel 1274 ma fortemente rimaneggiata e ampliata a partire dal 1674, è una vera e propria chiesa-museo, ricca di capolavori pittorici disposti sui diversi altari. La pianta mostra una suddivisione in tre navate data da file di colonne, con ampio transetto a bracci mistilinei e cupola all’incrocio, sorretta da pilastri. Il solenne impianto, pur rimaneggiato da interventi successivi e, soprattutto, dall’opera di allargamento promossa da don Luigi Minelli nel 1887 e realizzata dall’architetto Melchiotti, è di grande monumentalità e sembra riecheggiare un prototipo illustre: la chiesa di S. Giorgio a Venezia, realizzata da Andrea Palladio a partire dal 1556, con divisione in tre navate, tre altari per lato nelle navate minori, grande transetto absidato sormontato da cupola e lungo presbiterio.

Al termine dei lavori di ampliamento seicenteschi, la chiesa era già provvista di sette altari: l’altar maggiore, l’altare del Santissimo o della Risurrezione, la Santissima Trinità, l’altare del Crocifisso o delle Reliquie, l’altare del Rosario, di S. Rocco e di S. Antonio da Padova. La pala dell’altar maggiore, inserita in una cornice dal sapore neoclassico, opera di Francesco Donato Cantoni, come dimostra il contratto datato 29 settembre 1784, è stata recentemente restituita alla mano di Ludovico Gallina: al centro della pala, S. Giorgio è colto nell’atto di trafiggere il Drago, secondo l’iconografia tradizionale, mentre, sullo sfondo, la principessa assiste al terribile scontro. Tuttavia, come è stato recentemente rilevato, l’idea di impostare la figura del cavallo rampante, con gli zoccoli anteriori sollevati e il muso piegato verso sinistra, oltre che da esempi di area lombardo-veneta, trova un prototipo illustre nella tela di Peter Paul Rubens al Museo del Prado di Madrid.

L’opera più celebre custodita nella parrocchiale è senza dubbio la Resurrezione, capolavoro di Gerolamo Romanino, databile al 1525, posto a coronamento dell’altare che apparteneva alla Scuola del Sacramento o della Resurrezione. La pala, commissionata dalla confraternita laica del Santissimo Sacramento, potrebbe essere stata affidata a Romanino anche grazie all’influenza di Alessandro Averoldi, prevosto di Capriolo e committente di un’altra importante opera custodita nella parrocchiale: Il martirio dei Santi Gervasio e Protasio, opera di Callisto Piazza. In entrambe le opere si registra la forte influenza di un capolavoro eseguito per una delle chiese bresciane, proprio su committenza dello zio di Alessandro, Altobello Averoldi: il polittico di Tiziano, detto Polittico Averoldi, della chiesa dei SS. Nazaro e Celso. Alla figura del S. Sebastiano del pannello di destra si ispira il S. Gervasio di Callisto Piazza, che ripete l’espediente tizianesco della gamba piegata e appoggiata su un rialzo e della torsione del busto piegato in avanti, mentre il Cristo Risorto di Romanino propone in chiave più statica il potente dinamismo della figura del Cristo di Tiziano, ma senza dimenticarne i richiami alla statuaria classica e, in particolare, all’Apollo del Belvedere.

A coronamento dell’organismo architettonico, la cupola del transetto, ottagonale all’esterno e a calotta all’interno: la volta, che si innalza toccando quota 22 metri dal piano del pavimento, accoglie la rappresentazione dell’Incoronazione della Vergine, opera del 1912 di Umberto Marigliani, che dipinge anche i pennacchi con le interessanti figure dei Quattro Evangelisti.

 

Informazioni utili
Chiesa Prepositurale di S. Giorgio
Indirizzo: via Vittorio Emanuele 18, 25036 Capriolo
Orari di visita: chiusa dalle 12 alle 14.30
Contatti: segreteria.parrocchiacapriolo@gmail.com

Bene di proprietà privata