Cazzago San Martino

Scopri la vista 360

della Pieve di S. Bartolomeo di Bornato

Vai alla visita virtuale

Il termine “pieve” deriva dal latino «plebs», ossia popolo, riferito al popolo di Dio, identificato nella comunità dei Battezzati. Dall’alto medioevo, il termine «pieve» passerà ad identificare sia la comunità dei fedeli sia il distretto territoriale sul quale era stanziata la comunità stessa, nonché l’edificio ecclesiastico vero e proprio, con diritto di sepoltura e battesimo, retto da un sacerdote detto pievano, coadiuvato da altri chierici. La Pieve di S. Bartolomeo era pertinente ad un pagus, ossia un territorio rurale, piuttosto esteso, che comprendeva Cazzago, Paderno e Passirano. Le fonti documentarie sono tutte di datazione piuttosto tarda: il primo documento che ci tramandi il suo nome è un atto vescovile del 1058. Nel 1291 papa Niccolò IV concedeva un privilegio di un anno e quaranta giorni di indulgenza per chi si fosse recato a pregare alla pieve in occasione della festa di San Bartolomeo. Risalgono invece al 1334 e 1339 alcuni documenti relativi al versamento delle decime, che testimoniano la vitalità che a queste date la pieve ancora conosceva. Ma le origini della Pieve di Bornato sono, in realtà, molto più antiche: la campagna di scavo, conclusasi nell’agosto 2006, ha portato alla luce una serie di evidenze altomedievali e di età romanica.

Al di sotto dell’attuale chiesa, furono rinvenute tracce di un edificio molto più antico, forse lo stesso citato nel documento del 1058, il primo in cui la Pieve di San Bartolomeo sia menzionata. Della fase romanica lo scavo ha portato alla luce l’abside e il basamento del campanile, tratti dei perimetrali e diverse sepolture comprese in casse di lastre. Gli scavi hanno inoltre evidenziato le rimanenze di una struttura ancora più antica, risalente all’Alto Medioevo e databile tra l’VIII e il IX secolo. Di questo edificio, sicuramente identificabile con il nucleo originario della pieve, è stato possibile ricostruire la pianta ad aula unica con terminazione costituita da una singola abside. A nord e a sud si trovavano due porzioni annesse ad uso funebre. Di fronte all’aula, un ampio atrio tripartito, dove era ubicato, probabilmente, il fonte battesimale. La struttura di San Bartolomeo era dunque consimile a quella della pieve di Sant’Andrea a Iseo. Lo scavo provò, inoltre, che la pieve sorgeva su un insediamento di età romana: il rinvenimento di frammenti di tegole cave, per un impianto di riscaldamento parietale, e di intonaci affrescati indicava che gli ambienti sottostanti la pieve dovevano appartenere alla parte signorile di una villa.

La Pieve di Bornato nel corso del XV secolo ricevette una significativa decorazione a fresco di due cicli di affreschi unitari: il primo, staccato in più fasi negli anni Sessanta, copriva il primo sottarco della navata sinistra e comprendeva i Quattro Evangelisti; il secondo, staccato sotto la direzione della Soprintendenza nel 1989, rivestiva il secondo sottarco della navata sinistra, con le figure dei Dodici Apostoli. Cronologicamente, la prima parte della decorazione ad essere compiuta fu quella del secondo sottarco, attribuibile ad un maestro lombardo vicino a Paolo da Caylina il Vecchio attivo nella prima metà del XV secolo.

 

Informazioni utili
Pieve di S. Bartolomeo di Bornato
Indirizzo: via Pieve Vecchia, località Bornato, 25046 Cazzago San Martino
Orari di visita: visite guidate in determinate occasioni
Costo del biglietto: 3€
Contatti: mail pievesanbartolomeobornato@gmail.com; tel. 3355761957

Bene di proprietà pubblica